TEMI E AMBIENTAZIONI DEL GENERE UMORISTICO


Perché la scrittura riesca a far ridere è necessario sapere in quale ambito è meglio muoversi, vale a dire i temi che più degli altri si prestano al genere umoristico. Ve ne proponiamo sei, secondo i suggerimenti di un insegnante americano, Melvin Helitzer (1945). E in più qualche piccolo consiglio per inventare le battute… (sei temi e relativi sviluppi che potrete anche trovare ampiamente sviscerati nel mio libro di racconti umoristici: Com’è profondo il Male).

I sei temi della risata

Prendiamo in esame le principali tecniche dell’effetto comico, fissando l’attenzione sugli ingredienti e sui moventi della risata. Ci viene in aiuto Melvin Helitzer, umorista, giornalista e insegnante di scrittura creativa – è stato autore, fra l’altro dei testi per l’attore Sammy Davis Jr. – il quale suggerisce che si può far divertire scrivendo su sei temi fondamentali, che poi commenteremo brevemente.

Eccoli:

*  un bersaglio prefissato

*  l’ostilità

*  il realismo

*  l’esagerazione

*  l’emozione

*  la sorpresa

Così come nella scuola e nella vita ci sono candidati naturali a subire scherzi e battute, così accade anche nella scrittura comica. Ci si accanisce contro qualcuno, specie se bisogna subirne la presenza.

Un bersaglio diffusissimo è la moglie: uno dei trogloditi della striscia B.C. di Johnny Hart torna a casa e dice: “Cara, prepara le valigie”. Lei: “Andiamo in vacanza?” “No, te ne vai tu. Ti ho persa al poker”. “Come hai potuto fare una cosa simile?” “Non è stato facile. Ho dovuto barare”.

Il bastian contrario

Si ottengono effetti comici spingendo un atteggiamento negativo fino all’assurdo.

Ecco un esempio che ci è fornito da una battuta pronunciata da Sir Boyle Roche: “Perché mai dovremmo prenderci tanto disturbo per la posterità? Dopotutto, cos’ha fatto la posterità per noi altri?

Il peggio della vita

Abbiamo già rilevato che la comicità nasce dal fatto di porre in evidenza gli aspetti più sgradevoli dell’esistenza, che spesso nella narrativa “seria” rimangono in secondo piano per creare nei lettori l’illusione di un mondo elevato.

Ebbene, lo scrittore comico fa esattamente il contrario: non scrive di grandi valori, ma di piccoli incidenti quotidiani che danno ai nervi.

L’umorista americano Robert Orben se la prende con un problema fin troppo comune: “Non dovremmo criticare le buche. Ormai sono l’unica cosa prodotta negli Stati Uniti che ancora troviamo sulle strade”.

“Per me il cinema non è una fetta di vita, ma una fetta di torta”.

È un’affermazione esagerata per ricordare con una battuta, che i film devono anche avere un ritorno commerciale. Non a caso, a pronunciarla è stato un campione d’incassi: il regista Alfred Hitchcock.

In realtà, è sufficiente spingere alle estreme conseguenze alcune premesse del tutto normali.

Se poi si vuol mettere in burla l’attaccamento ai beni materiali, per esempio, basta citare quelli più costosi: “Un panfilo e una Porsche tendono a oscurare i veri sentimenti di una ragazza” sostiene lo scrittore Hugh Noble, che da buono scozzese mostra in maniera esilarante la sua preferenza per donne più parsimoniose.

Ridere di cuore

È senz’altro vero che la comicità presuppone un distacco dai fattori emotivi, ma questi possono essere sfruttati per scatenare ilarità. Come? Al solito, esagerandoli in genere, si ride facilmente nell’apprensione: “La luna di miele, in verità,  non fu un’esperienza così orrenda; il terribile è stato dopo”, dice il personaggio di Amanda nella commedia Vite private di Noel Coward (1899-1973).

O ancora, Humprey Bogart nel mitico film Casablanca: “Ci sono dei quartieri di New York che non sarebbe prudente cercare di invadere, neppure per la Gestapo”.

Un finale inatteso

Anche qui torna una costante della comicità, cioè una frase o una riflessione che all’inizio appare scontata ma subisce una svolta improvvisa o propone una variante non prevista, come in questa dichiarazione del presidente americano Herbert Hoover (1874-1964): “Beati i giovani, perché loro erediteranno il debito nazionale”.

Gag e battute

Dopo aver visto gli aspetti principali della comicità, cerchiamo ora di capirne il funzionamento nella scrittura narrativa.

Una storia divertente deve svilupparsi per continue deviazioni, a partire da uno spunto già di per sé ridicolo. Un caso limite è rappresentato da Il caro estinto, un celebre romanzo di Evelyn Waugh (1903-1966), da cui è stato tratto anche un film di successo, interamente ambientato in una ditta di pompe funebri che gestisce anche un cimitero privato.Ecco dunque un piccolo elenco di gag più diffuse, ricordando che questo termine deriva dal verbo inglese to gag, che significa letteralmente “chiudere la bocca” all’interlocutore, lasciarlo senza parole per la trovata comica. Ed è quasi sempre in inglese che troveremo i loro nomi convenzionali.

Deadpan

È l’atteggiamento imperturbabile di un personaggio dinanzi a situazioni e affermazioni estreme, dove la comicità nasce ancora una volta per contrasto.

Ecco un esempio dal primo volume di Una sola moltitudine di Fernando Pessoa (1888-1935): “Chi abbia letto le altre pagine di questo libro si sarà forse convinto che io sia un sognatore. Costui si ricreda. Per essere un sognatore mi manca il denaro”.

Pratfall

È il famoso scivolone improvviso del personaggio-vittima per parlare del riso.

Nella letteratura comica, se non lo si può mostrare, lo si può comunque evocare o paventare.

Il notista politico Aaron Freeman durante le elezioni americane del 1984 scrisse: “A 76 anni, non ho paura che Reagan prema il bottone. Piuttosto, ho paura che gli venga un collasso e ci cada sopra”.

Slow-burn

Letteralmente “bruciare a fuoco lento”, indica la graduale esasperazione di un confronto tra due o più personaggi che sfocia in un conflitto clamoroso e insanabile. Per esemplificarla, riportiamo uno stralcio di Diabulik, sfrenata parodia di Diabolik dell’umorista Perogatto.

L’ispettore Pinko, modellato su Ginko, è esultante: “Ma questa volta Diabulik non sfuggirà alle maglie della giustizia! Ha commesso un passo falso, finalmente… Ha piazzato un microfono alla centrale. Ma io ho scoperto il microfono con un rivelatore…”

“Ispettore! Abbiamo scoperto con un rivelatore che vicino al microfono di Diabulik c’è un rivelatore di rivelatori…

Oneliner

È una battuta fulminea che si esaurisce in una sola riga: “Chi è Le Chiffre?” “Nessuno lo sa. Nemmeno Le Chiffre. Si tratta di un dialogo di Casino Royale, megaparodia di James Bond, con sceneggiatura di Wolf Mankowicz (1924-1998), John Law, Michael Sayers, C’è inoltre un effetto comico supplementare: i dati sull’esempio sono più lunghi dell’esempio.

Inversione

Si tratta di un espediente tra i più classici della comicità. Consiste nel capovolgere un luogo comune. Valga per tutte questa battuta di Woody Allen: “Portavo sempre una pallottola all’altezza del cuore. Una volta mi salvò la vita quando mi lanciarono una Bibbia”.

Anticlimax

Si ottiene con affermazioni in crescendo che si concludono con una banalità fuori posto. L’esempio è fornito ancora una volta dall’inesauribile Woody Allen nel racconto Le memorie di Schmeed, dal volume Saperla lunga.

“Mi è stato chiesto se fossi stato consapevole delle conseguenze morali conseguenti a ciò che facevo. Come dissi al tribunale di Norimberga, non sapevo che Hitler fosse un nazista e la verità è che per anni ritenni che lavorasse per la società dei telefoni”.

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