Cara nonna

Non avevo ancora compiuto il mio primo lustro di vita.
Io e mia nonna siamo seduti su quel gradino all’angolo della mia casa natia.
Mi sta facendo vedere come si fanno le formine riempiendo un secchiello di sabbia bagnata e rigirandolo a terra.
«Ecco, questa è la torre di Babele» mi dice con voce carezzevole. «Ora prova tu».
Subito dopo creo anch’io la mia torre.
Questi i primi “frame”, le prime immagini memorizzate nel mio hard disk cerebrale.
Occupano pochissimo spazio, forse meno di 10 Mb, ma riempiono di benessere tutto il mio spirito come poche altre.
Ci ritorno ogni tanto, lì, su quel gradino, a nutrire la mia anima.
E ogni volta il mio viso disegna un sorriso estatico davanti a quella rappresentazione emblematica della nostra esistenza che mi vede intento ad affondare le mani tra acqua e sabbia: ciò che siamo, e ciò che torneremo a essere.

Cara nonna
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