Il rubacuori

Tu,
sciupafemmine
bello e dannato che ogni
donna segretamente vagheggia…
Tu emuli l’ape gentile che svolazza
di fiore in fiore
spillando il melato nettare
dalla rosa più amabile ai tuoi occhi,
suggendone l’ambito polline stilla dopo
stilla fino a saziartene.
Acciò la recidi,
e ancora la cogli lì
da terra dove l’hai gettata incolta;
fino a che lei,
stupefacentemente grata,
germogli dallo scapo alla
corolla per rifiorire daccapo,
affinché, vibrando di vigorosa
voluttà nel rifiorire
al tocco dell’amato,
arrendevole
ti si schiuda
ancora
e ancora
e ancora.

Il rubacuori
Torna su