Com’è profondo il Male – Analisi introspettiva del testo.

Quando il male ci sovrasta
i nostri occhi si chiudono
e non rusciamo più a distinguere
tra il bene e il male
 

Non c’è amore senza dolore.

Ma solo chi è consapevole del male sofferto, riuscirà a dare un significato al proprio piacere.

È la malattia a rendere desiderabile la salute.

La lontananza ad accrescere il desiderio.

È la fame a esaltare la sazietà; è la fatica a farci apprezzare il riposo.

Guai, se non esistessero il dolore, la fame, la fatica!

È il male stesso che ci spinge a cercare il bene, così come il dolore ci spinge a cercare il piacere, il caldo il refrigerio, il brutto a cercare il bello, l’irruenza la calma, la guerra la pace.

La sublime armonia della natura si regge sugli opposti, senza di essi il mondo non esisterebbe.

Tutto ciò, in natura, è il DIVINO.

È l’eterna altalena di tutte le sensazioni umane.

L’esperienza delle nostre disavventure (se non ci lasciamo distruggere da esse) non è mai completamente negativa se siamo pronti a raccogliere le sfide che la vita ci chiede, pronti a uscirne più rafforzati e più ricchi di noi stessi, per meglio affrontare le sfide successive.

Il mondo è fatto di dominatori e di dominati, ma entrambi hanno bisogno gli uni degli altri per coesistere, perché ciò che si concatena è nel medesimo tempo principio e fine.

Più è grande la distanza tra gli opposti, più c’è godimento, così come c’è più dolore, poiché da tutte le cose ne deriva una sola e da una sola ne derivano tutte.

Tutto ciò si raffigura nel cerchio, dove l’armonia che proviene da un estremo si collega all’altro estremo, e così accade anche nella vita quando, tra una nascita e una morte, si generano armonie.

Siamo affamati di consensi quanto terrorizzati dalle critiche.

Tutti noi desideriamo qualcuno che ci faccia sentire importanti.

Ogni essere umano muove la sua esistenza alla continua ricerca di qualcosa che lo renda felice, appagato.

Ascolteremo sempre per primi quelli che sappiano lusingarci, parlando di noi piuttosto che di se stessi. Questa è una delle maggiori debolezze umane.

Siamo disarmati di fronte alle adulazioni.

Ci sono persone scaltre e opportuniste, conoscitrici di ogni fragilità umana. Si servono della psicologia per ottenere i loro scopi: per piacere o per affari. Si servono di noi per circuire, blandire, fino a stordirci e  così indebolire le nostre difese e, a quel punto, resele invulnerabili, le colpiscono. E succede a tutti prima o poi di sentirsi vittima.

Ma anche il più debole essere umano ha dentro di sé una forza invincibile, solo che spesso non se ne avvede, poiché la ricerca va fatta in profondità, dentro il suo Io più segreto, giù e ancora più giù, negli abissi dell’anima. Come ogni altro, egli è l’artefice del proprio destino ma, sino a che non agirà per se stesso, il suo destino sarà sempre subordinato al volere altrui.

E così facendo egli non riuscirà mai a dare il meglio di sé, ma solo il peggio che individui senza scrupoli plasmeranno a loro vantaggio, arricchendosi così in positivo delle nostre negatività.

Il segreto è semplice: avere coraggio per noi stessi, per le nostra scelte, per i nostri princìpi, per il nostro benessere. Ma il coraggio di una qualsiasi azione, per quanto pericolosa ed eccitante al tempo stesso ci possa sembrare, per quanto ci possa fare sentire forti o quasi invincibili, anche se solo per pochi istanti, non ci avrà dato né detto nulla di noi se non l’avremo vissuta per noi stessi.

La ribellione è e deve essere dentro di noi; solo in noi è la vera forza, la consapevolezza di ciò che vogliamo essere e diventare.

Se non sappiamo volere bene a noi stessi, non riusciremo mai a volere bene a nessuno.

Cupido intinge le sue frecce nel nettare e nell’ambrosia degli dei. Esse sono la bevanda e il cibo a loro riservati in quanto immortali. E cosa c’è di più magico e nobile, di più potente e puro, di due cuori che diventano uno solo? Tutti noi abbiamo il dovere/potere di dare un senso alla nostra esistenza.

Com’è profondo il Male – Analisi introspettiva del testo.
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